venerdì 21 febbraio 2014

Giovedì 20 febbraio. Ogni tanto durante la notte ho guardato fuori dalla finestra, nel bel parco di pini silvestri della villa, ed ogni volta stava nevicando! Non mi pentirò di aver tolto i pneumatici chiodati? D’altra parte senza ghiaccio anche le normali invernali sono ben collaudate.

E sarà effettivamente così. Strade secondarie imbiancate, ma su cui ci si muove senza problemi. Strade principali pressoché pulite, su cui viaggio a 90 o 100 km/h.

Parto comunque prima delle 8:00, per prevenire ogni ritardo. Il viaggio procederà senza imprevisti, con arrivo a Göteborg per l’ora di pranzo.

La Svezia che attraverso si mostra sempre più agricola, con grandi campi talora già verdi, inframmezzati ai boschi. E se non ci sono campi, ci sono i prati degli allevamenti.
Quando arrivo sul mare ormai la neve è sparita da un po’. Piove debolmente. Sembra di essere in qualsiasi altra parte del continente, e non nella ostica Scandinavia.

Ho tempo anche per visitare la città di  Göteborg e di comprare qualche souvenir. Il centro è bello e ricorda alcune città tedesche. La periferia invece ha molte industrie, che la fanno ricca insieme al porto.

Tempo per il check-in che apre alle 16.45, e sono a bordo della Stena Scandinavica, con la quale salpiamo in perfetto orario per Kiel.

Questa nave fa il servizio di collegamento quotidiano con la Germania; viaggia durante la notte, ed arriva in porto al mattino, vicino alle norvegesi della compagnia Color Line.
Il biglietto costa molto meno di quello per Oslo: solo 109 euro il biglietto, cabina e moto comprese! E’ vero che arriva a 300 km da Oslo, ma fino a là poi, di solito, l’autostrada è pulita, e la si percorre in meno di 3 ore.
Mercoledì 19 febbraio. Oggi mi sono svegliato nella magica atmosfera del Myrängsgården! Una stanza cosi originale non mi era mai capitata: ricavata, come le altre quattro, da una costruzione agricola del secolo scorso.
Inoltre ieri la simpatica chef Katarina aveva presentato ai suoi ospiti delle pietanze tipiche: zuppa con funghi, secondo a base di carne di renna, e patate preparate con crema di formaggio.














Fatta una piacevole colazione nella sala ricavata fra due abitazioni, ho potuto partire presto, per una tappa di 300 km.
Le strade oggi erano ben pulite, senza neve o ghiaccio. Mi sono spinto in una parte più agricola della Svezia. Molte fattorie ed allevamenti. I campi coi cereali che germogliano già. Altri campi arati, in attesa della semina.

Percorso appagante per i bei boschi nella prima parte, e i campi ordinati fra ancora boschi, nella seconda parte.

Temperature rimaste quasi sempre sotto i -4°C, e nella notte si erano toccati i -10. Alle 8.00 del mattino la Vespa segnava -7°C.

Solo avvicinandomi a Karlstad siamo risaliti a 0°C, ed è comparsa una nevicata, che dura tuttora. Nessun problema di movimento: un po’ perché intorno a Karlstad le strade son pulite e trattate con sale, un po’ perché il fondo è regolare e senza sorprese.
E’ solo il navigatore che mi spinge a deviare dalla strada primìncipale, e mi porta ad attraversare alcune zone residenziali in cui un bel ghiaccio costituisce la sede stradale.

L’albergo, l’ho trovato come quello di ieri su booking.com, tra le occasioni più convenienti. E come quello di ieri anche questo è una sorpresa piacevole.
Si tratta di una villa padronale appartenuta ad un ‘industriale della vicina cartiera. Prima c’erano uffici; ora è stata arredata con molto buon gusto con una preferenza al modernariato. Sono l’unico ospite al momento, ed escono accogliermi la proprietaria ed un addetto. Visto che sono in moto (dice motorcicle non Vespa :-) ) mi mostrano il garage riscaldato (!), mi accompagnano, e mi aiutano anche a portare su il bagaglio.

Vista tanta abbondanza (garage e pure riscaldato), visto che sono arrivato presto e visto, infine, che la strada ormai è pulita, mi decido a togliere già oggi le ruote coi chiodi.
(Sarà un lavoro lungo per colpa della famigerata “boccola” dello scarico, cioè della guarnizione in grafite che proprio non vuole prendere posizione. La maledetta infatti entra bene in sede le prime volte, ma quando la marmitta è più vecchia la sede appare ristretta, e per allargarla si rischia di romperla...!)



Intanto nevica ancora allegramente! Le strade sono coperte da un 15 cm, ed io provo la Vespa con la scusa di andare al supermercato a comprarmi un po’ di cibo e di fare benzina per l’indomani.



martedì 18 febbraio 2014

Ed invece la neve oggi è stata un disastro! 

La temperatura ha continuato a restare alta: -1°C alla partenza da Östersund, poi sempre 0, +1, -1.
Solo quando arrivo a Vemdalen, alle 11.45, si è scesi a -4°C. Mi fermo, tolgo la cerata da pioggia, metto la tuta Kr ( = Krystallrally!) e calze più grosse. Metto anche la visiera termica perché è evidente che avvicinandomi a Mora il freddo si farà sentire!
...e invece no! Quando riparto, dopo 40 minuti, non è più freddo, ed in breve tolgo la visiera riscaldata e rimetto il pinlock.

La conseguenza è che le strade sono quasi impraticabili per una moto, anche coi chiodi. Lastroni di ghiacci si alternano ad asfalto pulito; solchi profondi sulla carreggiata; molto ice-black. E soprattutto la constatazione di viaggiare sempre su ghiaccio umido ed infido.

In molti punti sono costretto a rallentare fin sotto i 30 kmh, e per lo più viaggio a 40! Fare 320 km in queste condizioni è stata una vera sofferenza, e solo alle 18.00, dopo più di 9 ore, sono arrivato a Mora (S).

In breve. Alla partenza nevicava e l’asfalto era molto scivoloso per l’ice-black. Ad Åsarna prendo a sinistra la prima deviazione consigliatami. Il fondo stradale diventa omogeneamente bianco e coperto. Fino a Vemdalen sarà così. Belli i boschi e le zone rurali che attraverso, con le tipiche casette linde e regolari.

Quando passo Vemdalen dovrei imboccare la seconda deviazione, ma rinuncio perché ci sono 20 cm di neve fresca, e la strada non è battuta. Non fossi stato solo, e la tappa fosse stata più breve, si poteva anche tentare!

Prendo allora la E84 fino a Sveg, e poi la E45. I paesaggi sono molto belli: queste terre alte svedesi (siamo intorno ai 300 m.s.l.m.) ricordano un po’ la Lapponia con tanti boschi di abeti e pini silvestri. Non avrò modo di gustarli più di tanto però, perché la guida assorbe ogni mia energia.
E proprio quando mi rilasso un attimo per accostare e fare una foto, accade il fattaccio: scivolo su uno zoccolo nascosto sotto la neve a bordo strada, e mi ritrovo a terra! Piccola botta sul fianco destro già ammaccato (fortuna non l’ho ancora sistemato!), e manubrio da raddrizzare.

In breve riparto, con ancora più tensione ed ansia. Rallento la velocità e via così.
Sarà solo a 50 o 60 km da Orsa che come di incanto troverò l’asfalto pulito. Ed allora via di corsa per recuperare il ritardo!


Sono le 17.50 quando arrivo al Myrangsgarden, dove avevo prenotato presso Mora. All’inizio penso di aver sbagliato posto, ma in breve capisco: si tratta di un ristorante e albergo caratteristico, ricavato da alcune casette rurali plurisecolari. E’ bellissimo! La simpatica cuoca prepara una cena tipica e gustosa, (anche se un po’ cara!). L’alloggio costa anche poco.

il mio alloggio ad Östersund

zone rurali
neve...

la super tuta Kr
dopo il "fattaccio"
il distributore coi troll

un super alloggio!




lunedì 17 febbraio 2014

La notte è trascorsa bene. C’è un po’ l’ansia del viaggio, ed alcune domande a cui non so dare risposta: 300 km sono troppi? Troverò strade impossibili è rimarrò bloccato? Riuscirò a concludere le tappe senza restare bloccato da qualche guasto? E poi, non è che mi si rompe la vespa?
Riguardo la carta con le frecce segnate da Staffan, imposto il navigatore, e parto: non c’è altra risposta! Perché le tappe sono ragionevoli, e bisogna solo provarci.

Ed in effetti oggi è andata bene, come da programma. Partenza prestino, 8.30; viaggio in tranquillità col tempo di fare foto e guardare il paesaggio. Ed anche un bel pianoro innevato su cui viaggiare sciolto con le gomme chiodate (strepitose!).

E devo ringraziare proprio Saffan: “anche se allunghi prendi la 322, vedrai che bella!”, e giù a segnare le frecce a penna sulla cartina.

La giornata meteorologica è iniziata male: pioggia lungo tutta la costa atlantica, e oltre, da Hommelvik a Stjørdal. Temperatura intorno ai 5 gradi alla partenza. Salendo di quota, e allontanandomi dal mare, la piggia si attenua e si trasforma in neve.

MI si presenta una situazione molto temuta: pioggia che cade su neve ghiacciata e neve bagnata mescolate insieme! Per fortuna il traffico è scarso, posso rallentare a piacimento, ed osservare più prudenza.
Anche salendo la temperatura non cala molto: vantaggio per l’abbigliamento, svantaggio per il fondo stradale. Per di più in molti punti lo zoccolo ghiacciato si sta consumando, e va a formare dei gradini su cui non devo assolutamente sbandare!

Solo i fiumi ed i torrenti impetuosi ancora cristallizzati nel ghiaccio fanno capire come deve essere stato duro fino a pochi giorni fa l’inverno!

Però comunque salendo il paesaggio cambia: scompaiono le fattorie, che cercano pian piano di tornare a vivere, e mi addentro ancora nel presidio bianco dell’inverno, che dall’alto sembra volere minacciare la natura in rinascita. Ecco la neve, ecco gli alberi asserviti al peso bianco,ecco il ghiaccio sostituirsi all’asfalto.

Ma questo significa anche il regolarizzarsi del fondo stradale: che sia asfalto o che sia neve, l’importante è che sia regolare! Ed è così che sul pianoro, dove Norvegia e Svezia si incontrano, anche la mia Vespa può riprendere a correre. 60, 70, e talora anche 80 kmh.

Dove temevo di perdere tempo invece la strada scorre veloce. Arrivo ad Östersund con tutta calma per le 16.00.

Domani una lunga tappa, e probabilmente troverò più freddo: le previsioni dicono -12 a Mora. Sembra essere questa la zona più rigida. Anche qui avrò da seguire le indicazioni di Staffan: la strada sarà bella di sicuro, speriamo anche la neve!














domenica 16 febbraio 2014

Domenica è l’ultimo giorno del raduno. Ora chi ha già fatto il suo personale rally rientra a casa, ma qualcun’altro lo inizia. E’ il mio caso.

Faccio colazione dopo aver preparato le valige, mi attardo per un ultimo controllo all’itinerario ed alle possibili varianti se il tempo dovesse cambiare, o se le strade fossero pessime, e saluto i nuovi amici conosciuti (Peter, svedese; Malco, lappone finlandese; Staffan, svedese; Lars svedese di Lituania; i due simpatici coniugi di Clermont-Ferrant, ed altri), ed infine alle 10.30, cioè tardi, parto.

Nevica, ma fa “caldo”. La strada e ricoperta di 15 cm di neve nuova, ma piuttosto calda, e la trazione è problematica.
Per fortuna la strada principale è stata spianata, e non ci sono buche. Anche la visibilità è migliore: ieri ad esempio si vedeva solo un bianco indistinto, e si incappava in buche od accumuli, rischiando di cadere.

Indosso, con orgoglio, la mia nuova sopra-tuta invernale col logo del Krystallrally. Ma appena a valle la dovrò sostituire con la normale cerata antipioggia!
Anche la visiera riscaldata, per ora, non serve: come per la tuta “artica” non è adatta a queste condizioni di pioggia e a temperature prossime allo zero.

Imbocco la E6 verso nord e mi aspettano i 50 km del temibile plateau di Dovrefjell.
Questo è il valico fra il sud ed il centro-nord della Norvegia, quello che permette poi di accedere all’Oceano. Quasi sempre è battuto da venti sferzanti, e le temperature scendono con facilità sotto i -20°C!

Ma questo è un inverno anomalo: e per me fortunato. Il vento è assente, e la temperatura è appena sotto lo zero. Se si aggiunge che di domenica ci sono pochi camion, la situazione è perfetta!
La strada è completamente bianca, con pochi solchi ed irregolarità, per cui la posso percorrere ad oltre 50-60 kmh.
Quando arrivo oltre, al paese di Oppdal, posso finalmente bermi un bel caffè caldo.

Quindi il viaggio continua, con gli ultimi 100 km, in un contesto ormai primaverile: la neve scompare dai lati della strada, ed in alcuni campi si vede già il verde dei germogli.
Pare quasi di percorrere la nostra Val di Fassa, o Val Pusteria, nello stesso periodo di stagione.
Qui è evidente l’effetto mitigante della corrente del golfo sulle coste norvegesi!

Infine alle 16.45 passo Trondheim, e mezz’ora dopo eccomi qui a Hommelvik, dove trovo una stanza allo Stav Hotel della catena Best Western. !00 euro la spesa, con cena e colazione compresi, è in uno standard medio norvegese. La stanza è buona, il cibo accettabile, e la connessione wi-fi buona.

Domani valicherò le montagne per entrare in Svezia prima ad Åre (si legge circa Ore, perché ha il pallino sopra la prima A), e poi Oestersund, due località turistiche. Proverò la strada indicatami da Staffan, che lì abita.















Sabato 15 febbraio

Oggi per me è il giorno stanziale al Krystallrally. Infatti qui tanti arrivano all’inizio, od alla fine di una loro girata invernale, altri invece passano qua più giorni: ma per tutti i giorni in cui si rimane sono occasione per andare ad esplorare i dintorni. Anche per questo il Krystallrally è itinerante, qualche anno in un posto, e poi cambia: perché è l’occasione per esplorare zone differenti della Norvegia.

Così anche io mi sono adeguato: il raduno è l’occasione per arrivare in Norvegia,  e per fare un piccolo giro con base a Ringebu, ma poi proseguirò ad esplorare, cercando bei paesaggi e, perché no, belle strade innevate su cui correre con i chiodi.

L’anno scorso ero andato ad Atna con Juergen e Charly. Quest’anno pensavo di scendere nella stessa valle (strada perfetta e poco trafficata!) ma dirigermi verso nord.
Il meteo però ha impedito questo progetto:la strada è bloccata subito dopo il Gudbrandsdal Hotell, perché il forte vento la riempie di neve!

MI sono diretto allora verso Otta, 60 km a nord lungo la E6, con l’intenzione di percorrere una valle laterale.
Ma 10 km prima del paese la mia attenzione è stata richiamata da una grossa valle che parte verso ovest: la Heidal.

Se la E6 era pulita e bagnata di pioggia, in Heidal trovo neve a coprire il manto stradale, e mi addentro così facendo lavorare i chiodi.
All'imbocco della valle ecco un simpatico gruppo di sculture in legno rappresentanti dei troll.
Dopo forse altri 20 km trovo una bella stabkirche, che appare come in una bomboniera ovattata dal bianco della neve che cade. Molto bella, e bello il posto!
Appagato da questa scoperta posso fare rientro soddisfatto al Gubrandsdal Hotell.

La serata trascorre piacevolmente discorrendo fino a tardi con Staffan (S) e Lars svedese ma che vive in Lituania. I due amici sono qui con un terzo ma giovane lituano, per festeggiare i loro settant’anni (!) in sella alla loro Harley: classe di acciaio, auguri!
Staffan mi dà anche preziose indicazioni per raggiungere Oestersund, la su città, mia prossima meta in Svezia.

Infine una menzione particolare va al simpatico cameriere spagnolo (canario per la precisione) Josè , Pepe per gli amici: con professionalità, disponibilità ed allegria si è fatto apprezzare da tutti gli ospiti! Lui mi ha fatto la foto con gli amici svedesi-lituani.


















venerdì 14 febbraio 2014

Venerdì 14 febbraio

Mi sveglio che la nave ha già imboccato l’Oslo Fijord, il fiordo di Oslo. Sono le 7.30, ma solo alle 10.00 attraccheremo in porto. A destra ed a sinistra le coste sono poco innevate, ed anche la superficie dell’acqua è libera da ghiaccio.
La temperatura è prevista intorno allo 0. Non nevica, ma i nuvoloni in cielo suggeriscono che potrebbe farlo a breve.
Adesso colazione sulla promenade, poi in cabina a preparare il bagaglio!

In breve è l’ora di sbarcare. Prima tappa l’officina Piaggio di zona per fare il cambio ruote ma, brutta sorpresa è chiusa in ristrutturazione.

Il tempo è uggioso, ed in breve inizia proprio a piovere. E’ deciso: i chiodi per ora non servono, li monterò più avanti.

Imbocco la strada 4 e via direzione Giovik. Questa statale è meno trafficata della nota E6, e mi è stata suggerita proprio da un norvegese. Il viaggio procede liscio senza intoppi.

Arrivo a Lillehammer verso l’una. Qui fanno orario continuato, e quindi mi fermo all’officina Piaggio, dove in breve mi montano le ruote coi chiodi. Nel frattempo io faccio un ottimo spuntino così da essere pronto per l’ultimo tratto di strada.

La pioggia continua, e le strade di Lillehammer sono allagate come canali a Venezia! Ma qui c’è la triste atmosfera dei paesi di montagna quando a intense nevicate segue appunto la pioggia a formare larghe pozze imprigionate da cumuli di neve. Nulla farebbe pensare ai fasti delle olimpiadi del 1994!

Sesanta chilometri mi separano ora dal paese di Ringebu, e poi un’altra quindicina di strada di montagna prima dell’albergo. Il traffico è intenso ma scorrevole.
Quando svolto sulla secondaria che porta all’altipiano, ed in breve comincio a prendere quota, la strada torna ad essere completamente innevata: finalmente ci si diverte!

Qualche cumulo di neve portato dal vento mi si para davanti all’improvviso, ma nel complesso si sale regolari a 40 / 50 kmh. A metà salita sorpasso una Goldwing con targa di Milano, che procede con cautela, vista la mole.
Conoscerò poco dopo il suo pilota, Gianfranco, 49 anni, anche lui viaggiatore solitario.

In albergo dopo un anno mi sento a mio agio: giusto il tempo di una sauna e di un bagno in piscina, ed è ora di cena. Come sempre mega buffet con specialità norvegesi molto ben cucinate, specialmente le carni: spettacolari le costicine di agnello!

A cena e dopo come sempre molta socialità. Norvegesi, svedesi, francesi e tedeschi: qualcuno si conosceva già, e con tutti ci si scambia suggerimenti ed esperienze di viaggio.


Domani piccolo giro nei dintorni da turista puro.